Volume 5, No. 3 
July 2001

 
  Deirdre Pirro


 
 



 


 

 

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La traduzione giuridica

by Deirdre Exell Pirro
 

Introduzione

ulla prima pagine del Corriere della Sera del 6 ottobre 2000 Giannelli pubblicava una brillante vignetta. Rappresentava tre giudici, uno dei quali stava leggendo un documento. Uno dice:

«Conferma la sentenza che aveva escluso la possibilità di revisione del processo conclusosi con verdetto che, in accoglimento della richiesta dell'accusa, aveva ribaltato la decisione dei giudici che, ritenendo fondate le ragioni della difesa, avevano annullato la sentenza di rinvio con la quale, dopo il giudicato della Cassazione, erano stati condannati gli imputati, già ritenuti colpevoli, ma successivamente assolti».

Uno degli altri giudici risponde:

«Finalmente è tutto chiaro!»

Così divertente, illustra molto bene le difficoltà quasi insormontabili che il profano incontra nella comprensione di un linguaggio che è tutt'altro che chiaro. Essa illustra inoltre i problemi incontrati dal traduttore giuridico nel trasformare un testo come questo dal linguaggio d'origine in un linguaggio target tale che il lettore possa comprenderne esattamente il significato.

In effetti, Francesco de Franchis nel secondo volume del suo Dizionario Giuridico afferma che la traduzione giuridica è:

«compito assai ingrato per chi vi si dedichi: si tratta di un lavoro misconosciuto e troppo spesso mal pagato».

Sfortunatamente, questa osservazione in un certo senso deprimente, sembra che sia esatta.

Spetta perciò a coloro che lavorano nel campo delle traduzioni giuridiche confutare alcuni di questi equivoci e ampliare la comprensione della natura particolare del loro lavoro non solo del pubblico e quindi dei potenziali clienti ma anche degli altri traduttori. L'obbiettivo è quello di dare un contributo alla crescita di questo tipo di consapevolezza.

Nell'articolo verrà posto l'accento sulla traduzione giuridica dalla lingua originaria (l'italiano) in un lingua target (l'inglese). Verrà esaminata la relazione tra i sistemi di common law anglo-sassone e di civil law italiano

Nell'ultima parte dedicata alle fonti utili e a Internet, verranno fatti alcuni riferimenti alle altre lingue (e ordinamenti giuridici) diversi dall'inglese e dall'italiano. Il contributo metterà inoltre in luce gli aspetti pratici della traduzione giuridica più che trattare della teoria generale delle traduzioni.

Mentre alcuni sostengono che i traduttori giuridici debbano essere avvocati, questa opinione non trova qui sostenitori semplicemente perché essere avvocati non significa necessariamente essere dei bravi traduttori. Ciò che si richiede a un bravo traduttore giuridico, come agli altri traduttori, è di possedere una generale capacità di comprendere l'oggetto in questione e, soprattutto, di saper dove reperire le informazioni che gli servono e conoscere esattamente di cosa ha bisogno il cliente.

Il traduttore giuridico deve capire la funzione e lo scopo della traduzione che gli è stata commissionata, all'interno del campo specifico in cui egli lavora.

In effetti è indispensabile che egli sappia che il traduttore giuridico è spesso una specie di traduttore tecnico interdisciplinare che non può permettersi il lusso di limitare la sua attività ad uno specifico ambito tecnico, come programmi per computer, come invece altri traduttori tecnici possono fare. Per esempio, il traduttore giuridico può essere incaricato di tradurre qualsiasi cosa, da un contratto di concessione con le complesse caratteristiche chimiche di un nuovo farmaco, a un contratto di distribuzione di manichini per negozi e loro accessori; da un ricorso per divorzio a un contratto di vendita di uno yacht da competizione, e così via.

 

2. L'inglese come linguaggio del diritto

Occorre inoltre aggiungere che, come per molte altre discipline, il diritto, attraverso i secoli, ha acquisito un suo proprio vocabolario tecnico-specialistico.

Nel suo fondamentale testo sull'Inglese giuridico, David Mellinkoff elenca nove motivi per cui il linguaggio del diritto differisce dal linguaggio ordinario:

  1. il frequente utilizzo di parole di uso comune con un significato non comune (es. «action» per significare — «lawsuit»);
  2. il frequente utilizzo di parole in inglese antico e medievale un tempo comuni ma oggi obsolete (es. «aforesaid»);
  3. il frequente utilizzo di parole e frasi latine (es. «ex parte»);
  4. l'utilizzo di parole in francese antico e anglo-normanne che non sono diventate parte di un vocabolario generale (es. «chose in action»);
  5. l'utilizzo di termini d'arte (es. «negotiable instrument»)
  6. l'utilizzo di quello che Mellinkoff chiama «gergo» oppure vocabolario giuridico specialistico in cui i termini non sono sufficientemente tecnici e specifici per essere definiti come termini d'arte (es. «inferior courts»);
  7. frequente uso di parole formali (es. «the truth, the whole truth and nothing but the truth»);
  8. utilizzo deliberato di parole ed espressioni dal significato variabile (es. «negligence»)
  9. il tentativo di ottenere una estrema precisione attraverso il frequente uso di endiadi (es. «all sums of money accounts claims and demands») o di specifiche esclusioni (es. «and no other purpose»).

 

3. Il sistema della Common law contro il sistema della Civil law

In aggiunta a queste difficoltà puramente linguistiche, il traduttore giuridico di solito si trova ad avere a che fare con differenti tradizioni giuridiche, come i sistemi di common law e di civil law. Il traduttore dovrà perciò chiedersi, nell'affrontare il testo, se l'istituto in esame:

  1. ha lo stesso ruolo in entrambi i sistemi;
  2. è lo stesso istituto ma con sottili differenze;
  3. è un istituto presente in un sistema ma non più nell'altro;
  4. è un istituto presente in un sistema ma che non esiste nell'altro.

E' essenziale, specialmente per il traduttore con poca esperienza di traduzione giuridica, porsi sempre queste domande per evitare di cadere nella trappola della somiglianza «acustica» o, in altre parole, di tradurre un concetto nel linguaggio target semplicemente in termini lessicali. I «falsi amici» sono un costante rischio per il traduttore giuridico che può indurlo in errori che possono costar cari al cliente.

Per esempio:

«prestare una cauzione» non si traduce con «giving a caution» ma piuttosto con «posting a bail» o «a bond».

Senza dubbio, il problema maggiore e più frequente per un traduttore è quello di tradurre il nome di un istituto che non esiste nell'ordinamento giuridico del paese della lingua target. In questi casi, è prassi comune lasciare il nome in lingua originaria in corsivo e, ove necessario, provvedere ad una nota del traduttore.

Per esempio:

«accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario*»

[*Nota del Traduttore: Questo istituto si riferisce al concetto di «eredità» che non esiste nella common law. Essa consente all'erede di mantenere il patrimonio del defunto separato dal proprio e, perciò, di essere responsabile per i debiti del defunto entro i limiti del patrimonio del defunto e non del proprio.]

 

4. La terminologia specializzata di specifiche branche del diritto: Il diritto internazionale

Molte branche del diritto hanno fatto un passo avanti nello sviluppare un linguaggio ancora più specializzato perché rappresentano un settore di un linguaggio giuridico già di per sé specialistico. Un esempio eccellente, ma niente affatto unico, è il diritto internazionale.

Il moderno diritto internazionale trae origine da quello che era conosciuto come «diritto delle nazioni» nel sedicesimo e diciassettesimo secolo. Inizialmente il linguaggio del diritto internazionale era il linguaggio della diplomazia — il francese. Fu, in effetti, solamente con il Trattato di Versailles nel 1919 che i testi francesi e inglesi del trattato furono considerati entrambi «autentici».

Le Nazioni Unite e altri Trattati e Convenzioni internazionali, utilizzano perciò un linguaggio loro proprio.

Per esempio: «signatory» invece di «party»;

«ratification» «accession», «acceptance», «approval»

stanno tutti ad indicare la conferma di un Trattato o di un altro accordo internazionale.

La Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati, entrata in vigore nel 1980, è la fonte primaria per il diritto dei trattati. Questo testo è uno strumento base per ogni traduttore che debba tradurre testi giuridici sull'interpretazione dei trattati.

Infatti, la Convenzione stabilisce il principio dell'eguale autenticità dei trattati redatti in lingue diverse e costituisce un tentativo di risolvere i gravi problemi cui spesso dà luogo l'interpretazione dei questi trattati.

Il testo della Convenzione può essere reperito su:

http://www.tufts.edu/fletcher/multi/texts/BH538.txt

Altre utili fonti, relative alla terminologia del diritto internazionale, possono consultate nella raccolta on-line dei Trattati ONU «Glossary of Key Terms»: http://untreaty.un.org/English/guide.asp#glossary

e nel «Treaty Reference Guide»:

http://untreaty.un.org/English/guide.asp

Quest'ultima riveste un'importanza particolare poiché contiene un elenco dei nomi dei trattati. In effetti, sfortunatamente, spesso i nomi dei trattati sono tradotti in maniera letterale o comunque imprecisa. Ciò è sbagliato poiché i trattati e gli altri accordi internazionali solitamente hanno dei titoli precisi che devono essere tradotti nell'esatto corrispettivo utilizzato nella lingua target per cui è necessaria un'attenta ricerca.

Per esempio:

il titolo corretto è Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (1989) -e non Convenzione ONU sui diritti dei bambini o riguardante i diritti dei bambini — UN Convention on the Rights of the Child (1989) e non UN Convention on Children's Rights or relating to Children.

Capita spesso di vedere i nomi delle organizzazioni internazionali tradotti in modo inesatto. Affinché ciò non accada, si raccomanda ai traduttori di controllare accuratamente i nomi delle organizzazioni della cui traduzione non sono certi. La migliore fonte per i nomi completi e corretti di tali organizzazioni in inglese è The Yearbook of International Organisations.

 

5. Iniziative per la «standardizzazione» della terminologia giuridica

Il multilinguismo rappresenta uno dei principi democratici su cui si basa l'Unione Europea. è ciò che dà ad ogni cittadino il diritto a essere informato e ascoltato nella sua propria lingua.

Il Consiglio Europeo, il Parlamento Europeo, il Comitato Economico e Sociale, la Corte di Giustizia Europea e la Corte dei Conti hanno tutti un Servizio di Traduzione. In ogni caso, il principale Servizio Traduzioni e anche il più importante è quello della Commissione Europea. Il suo compito è di assicurare la traduzione simultanea in più lingue di importanti documenti, che spesso ricoprono particolari campi. La Comunità ha attualmente undici lingue ufficiali, e molti dei documenti prodotti dalla Commissione devono essere resi pubblici contemporaneamente in queste undici lingue, devono apparire identici e — soprattutto — devono avere lo stesso significato.

Per consentire il raggiungimento di questo traguardo, nel 1982, il Servizio Traduzioni della Commissione Europea ha elaborato per la prima volta The English Style Guide, che da allora è stata oggetto di numerose edizioni e revisioni — l'ultima delle quali nell'anno 2000. La Guida era indirizzata principalmente ai traduttori di lingua inglese assunti dalla Commissione e ai traduttori esterni che lavoravano per il Servizio Traduzione della Commissione. Comunque, resta uno strumento di estremo valore per tutti i traduttori e per i traduttori giuridici che in particolare lavorano con l'inglese come lingua target. Essa offre consigli su scrittura, punteggiatura, numerazione, abbreviazione e simboli, verbi, nomi scientifici, nomi di paesi, linguaggi e monete.

Con riferimento all'Unione Europea e in particolar modo al traduttore giuridico, una sezione della Guida è dedicata ad «armonizzare» la legislazione primaria e secondaria, le loro intitolazioni e la loro numerazione, la loro forma, i nomi dei soggetti e i riferimenti.

Il servizio Traduzioni della Commissione Europea ha un altro sito web molto utile per i traduttori. Si chiama Fight the Fog e può essere trovato su: http://europa.eu.int/comm/translation/en/ftfog/index.htm.

Si consiglia infine al traduttore di consultare Eurodicautom. Questa è la banca dati terminologica della Commissione e, sebbene non sia strettamente giuridica, può essere utilizzata per trovare la traduzione di termini legali in altre lingue.

Eurodicautom, che è continuamente aggiornata, può essere trovata su: http://eurodic.echo.lu/.

 

6. Fonti di informazioni

6.1 Internet come fonte di informazioni

Come altri ricercatori, i traduttori giuridici possono enormemente beneficiare della rivoluzione delle informazioni apportata da Internet. Nel passato, dovevano probabilmente passare ore nelle biblioteche alla ricerca di informazioni o a controllare dati che non erano reperibili in breve tempo.

Per esempio, si ritiene che in Italia esistano circa 110.000 testi legislativi in vigore (sebbene sembra che nessuno sappia quanti siano esattamente) con un'alta produzione settimanale di nuove leggi messe a punto dal Parlamento. L'accesso alle leggi italiane, decreti legge e leggi regionali (in italiano) entrate in vigore dal maggio 1996 è gratuito su Internet su:

http://www.parlamento.it/parlam/leggi/home.htm

Altri siti giuridici italiani, soprattutto in italiano possono essere consultati dal sito «Italian Law on Line», che contiene collegamenti con i più importanti siti italiani (e alcuni stranieri) che includono:


6.2 Internet come mezzo di comunicazione (mailing list, chat line, etc.)

La rete Internet introduce il traduttore in un mondo nuove e lo libera dallo stato di isolamento, nel quale egli si è spesso lamentato nel passato di lavorare. Adesso egli ha contatti con il «villaggio globale» e può dividere i suoi problemi e cercare le risposte alle sue domande da altri che lavorano in campi simili al suo. Può «parlare» con altri o osservare gli altrui dibattiti nelle chat line e nei gruppi di discussione.

Infatti, ci sono molte chat line, gruppi di discussione e mailing list in rete dedicate alla traduzione e all'interpretazione giurisprudenziale, come:

anche se sembra che non ne esista al momento nessuna completamente dedicata alla traduzione giuridica come tale.

Comunque, esistono alcune mailing list e chat line generali che, qualche volta, contengono informazioni legate alla terminologia giuridica. Queste includono:

Poiché è fondamentale che il traduttore giuridico sia aggiornato con gli ultimi sviluppi legislativi, i seguenti elenchi sono di particolare interesse poiché il primo è una lista di discussione dedicata al diritto internazionale e il secondo al diritto europeo (in cui gli utenti possono indirizzare i loro messaggi in qualsiasi lingua europea):


6.3 Dizionari, glossari ed enciclopedie — online e off-line

Dizionari giuridici on-line:

Alcuni dizionari generici on-line contengono termini giuridici:

Dizionari multilinguistici di termini giuridici:

Glossari on-line:

Enciclopedie on-line:

  • L'Enciclopedia Britannica adesso è accessibile gratuitamente on-line in full text su http://www.britannica.com/ fornisce un buon numero di articoli di base in materie come il «Diritto Internazionale» — «International Law» con collegamenti ad articoli attinenti, risorse Internet e una bibliografia. Un buon esempio è il collegamento alla «self defence» dall'articolo «International Law» su:
    http://www.britannica.com/bcom/eb/article/3/0,5716,109303+8,00.html


Enciclopedie e Dizionari off-line.

Per ogni traduttore giuridico che lavori in Italia, l'opera densamente ricca di significati di Francesco de Franchis è essenziale:

de Franchis F. (1996), Dizionario Giuridico (vol. 1 — 1984 e vol. 2 — 1996) edito da Giuffré, Milano

Altri dizionari giuridici monolingue altrettanto utili:

  • Black's Law Dictionary-Definitions of the Terms and Phrases of American and English Jurisprudence, Ancient and Modern di Henry Campbell Black, (6th ed.), St. Paul, Minn. West Publishing Co. 1990
  • A Dictionary of Modern Legal Usage di Bryan A. Garner (2nd ed.), Oxford, Oxford University Press, 1995.
  • Burton's Legal Thesaurus, di W.C. Burton, (3rd ed.), New York, Simon & Schuster, 1999.

Si consiglia anche:

  • Enciclopedia del diritto, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1999.

 

7. Il cambiamento di ruolo ed il futuro dei traduttori giuridici

Questo nuovo millennio, in cui la globalizzazione continuerà senz'altro ad espandersi, si accompagnerà alla crescente richiesta di informazioni specialistiche e di professionisti esperti nei vari settori dell'informazione specializzata. E' questo il futuro dei traduttori giuridici.

Le organizzazioni internazionali, le multinazionali, le aziende private e le agenzie di traduzioni richiederanno sempre più traduttori specializzati. Essi saranno chiamati ad essere molto più che dei semplici «copisti» che traducono le parole dalla fonte nel linguaggio target. Il loro lavoro sarà quello di consulenti del linguaggio nel loro settore specializzato che interagiscono all'interno dell'intero sistema di comunicazione dell'organismo in cui lavorano.



8. Bibliografia

De Leo D. (1999), «Pitfalls in Legal Translation», Translation Journal, 3 (http://accurapid.com/journal/08legal.htm).

de Franchis F. (1984), Dizionario Giuridico — Vol. 1, Giuffré editore, Milano.

de Franchis F. (1996), Dizionario Giuridico — Vol. 2, Giuffré editore, Milano.

European Commission (1999), A Multilingual Community at Work. The European Commission's Translation Service, Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg.

European Commission (2000), English Style Guide, Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg.

Mellinkoff D. (1963), The Language of the Law, Aspen Publishers Inc, Boston.

Morris M. (ed.) (1995), Translation and the Law, American Translators Association Scholarly Monograph Series, Volume VIII, John Benjamins Publishing Company, Amsterdam / Philadelphia.

Sarcevic S. (1997), New Approach to Legal Translation, Kluwer Law International, The Hague.